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Al termine depressione molto spesso si associano altre due condizioni: l’anedonia e l’invecchiamento. Quando una persona non identifica più niente con un piacere che valga la pena di ottenere, si usa il termine anedonia (letteralmente “assenza di gratificazione”). L’anedonia è uno dei segni distintivi della depressione, e corrisponde in genere anche a segni visibili da fuori, come la fissità delle espressioni facciali, la scarsa reazione agli stimoli esterni, l’atteggiamento rivolto a sé, il mutismo, l’atteggiamento riflessione silenziosa e angosciata su temi negativi, il rifiuto categorico di iniziative o interazioni con l’ambiente, comprese quelle terapeutiche. La depressione viene definita come una patologia età-correlata. Si stima che nel 2020 la numerosità dei casi di depressione sarà seconda solo alle patologie cardiovascolari, conferendo un rischio quasi doppio di mortalità. Il medico di medicina generale (MMG), figura fondamentale per il rapporto di fiducia continuativo e diretto con il paziente, deve divenire consapevole dell’entità del problema e sviluppare la capacità di identificare segni e sintomi “sentinella” per una corretta gestione del paziente con depressione.
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    Umberto Albert
    Prof. Umberto Albert, Professore Associato di Psichiatria, Clinica Psichiatrica, Università degli Studi di Trieste
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    Anna Carla Pozzi
    Medico di Medicina Generale, Segretario provinciale FIMMG, Milano